Segnatevi questa data: 27 febbraio 2020. Sarà il giorno del ritorno di Lupin III al cinema, per la prima volta in versione computer grafica 3D. Un personaggio che ha attraversato 3 generazioni, con quelle giacche di colore diverso a farci capire di che periodo si trattava (verde, rosso, rosa, blu, nel caso vi foste scordati l’ordine…). Il creatore di Lupin Kazuhiko Katō, in arte Monkey Punch, un radiologo diventato mangaka quasi per caso, è scomparso lo scorso anno e il nuovo film di animazione è dedicato a lui.
Nell’attesa di vederlo al cinema non spoileriamo, ma abbiamo raccolto qualche aneddoto curioso…
NONNI FRANCESI
Se Lupin III è giapponese, Arsenio Lupin Iera decisamente francese… Il manga è infatti ispirato al protagonista dei romanzi dello scrittore francese Maurice Leblanc, che nel 1905 scrisse “Arsenio Lupin, ladro gentiluomo” primo di una lunghissima serie di storie.
ISPIRAZIONI WESTERN
Un po’ James Bond, un po’ d’Artagnan e Milady… sono tante le fonti che hanno ispirato Monkey Punch. E Jigen, con cappello sugli occhi e la pistola sempre pronta? Andate a vedervi James Coburn ne I magnifici sette.
I CAPELLI CORTI SON PIÙ PRATICI
Giacche a parte, l’immagine di Lupin è più o meno la stessa da oltre cinquant’anni. Anzi no. Inizialmente l’autore l’aveva disegnato coi capelli lunghi, come voleva la moda negli anni ‘60, ma poco dopo li ha tagliati. Il motivo? Erano più comodi da disegnare.
PROBLEMI D'IDENTITA'
In giapponese Lupin non viene mai, MAI, chiamato per nome. Oltretutto, a causa di problemi di copyright, inizialmente nei doppiaggi non veniva usato nemmeno il cognome originale, ma la traduzione inglese, Wolf, o quella giapponese, Rupan.
STRANI EREDI
Nel 1982 venne ideato il progetto per uno spin off su Arsenio Lupin VIII, ambientato nel futuro. Non andò in porto, ma per comperare parte dei soldi spesi nel progetto, si deviò su un cartone diverso… l’ispettore Gadget.