Le compriamo davvero quelle sneakers perché le aveva addosso Gianluca Vacchi nel suo ultimo post su Instagram? Le compreremmo lo stesso se sapessimo che è stato pagato per farlo? I dilemmi dei navigatori social nel 2020 non sono poi tanto diversi dalle casalinghe che negli anni ‘50 si chiedevano se scegliere un detersivo perché in TV lo pubblicizzava Corrado.  L’unica differenza è che noi, proprio perché l’uso dei testimonial è vecchio quanto la pubblicità, non ci sorprendiamo se oggi i testimonial ideali sono personaggi del mondo social, che hanno ascolti molto (ma molto!) superiori alla prima serata di RaiUno. Meno comune è il fatto che questi testimonial vengano ingaggiati per campagne sociali, soprattutto nel mondo dello spettacolo in cui da sempre piacciono i “cattivi ragazzi”, quelli “contro il sistema.

Ma se la situazione è così grave che il Sistema ti chiede di aiutare?

Come diceva lo zio di Peter Parker, “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”: e così nei giorni scorsi, a causa del peggiorare della situazione Covid-19 e della necessità di sensibilizzare sull’uso della mascherina, il Premier Conte ha chiamato personalmente la coppia di influencer più “followata” d’Italia, i Ferragnez, per chiedere il loro aiuto. Cosa dovrebbero fare? Sfruttare la schiera di follower (sommati arriviamo a 32 milioni) per lanciare un messaggio di prevenzione ai giovani che li seguono: usate la mascherina!

I Ferragnez hanno colto in pieno il messaggio del presidente del Consiglio, e lo hanno fatto subito. Però, in un mondo in cui la privacy è un concetto sconosciuto, hanno anche candidamente raccontato che la loro non era un’idea spontanea, ma una richiesta. Il risultato? Non solo il loro pubblico ha apprezzato la sincerità, ma la notizia ha avuto un’eco ancora più ampio, rimbalzano sui giornali, in tv ecc.

E così abbiamo notato una cosa: in un mondo in cui “spararla grossa” andare controcorrente, lanciare iniziative irresponsabili consente di avere una grande visibilità, tra gli influencer più importanti al mondo si è diffuso una specie di senso di responsabilità nuovo, che li ha spinti a scatenarsi postando foto con la mascherina in viaggio, per strada, nei luoghi pubblici.

Per citare solo alcuni nomi, troviamo un post di Gwyneth Paltrow in cui pubblica un selfie in volo mentre tiene la mascherina a bordo, mentre Naomi Campbell si è direttamente presentata nell’aeroporto di LAX con tuta anti contagio, guanti e tutte le protezioni necessarie per rimanere al sicuro dal virus! A onor del vero, tra le primissime star che hanno iniziato a promuovere l’utilizzo responsabile della mascherina troviamo la modella Bella Hadid, in un post che la ritrae di ritorno dalla Milano Fashion Week.

Da sempre la fama di “bad boy” paga in fatto di ritorno immediato, sono le regole dello spettacolo, ma siamo felici di vedere che almeno chi sta ai vertici di questo mondo capisca che i suoi consigli hanno effetti molto reali e poco virtuali.

Funzionerà questa strategia? 

Elvis Presley, re del rock n’roll, è stato uno dei primi testimonial delle vaccinazioni. Nel 1956 il cantante si sottopose alla vaccinazione di fronte a fotografi e telecamere negli studi della Cbs di New York, facendo aumentare a dismisura le adesioni al vaccino e contribuendo a ridurre i casi di poliomielite da 58000 a circa 900 nei due anni seguenti.

Non ci rimane che sperare nello sforzo degli influencer e che il loro messaggio “influenzi” il maggior numero di giovani italiani. Anche noi di Clipper ci proviamo.

 

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