Il derby per eccellenza di fine anno è arrivato. Milan VS Inter? No, pandoro VS panettone. A ognuno il suo stile e la sua storia. E voi da che parte state?

 

Team panettone: noi siamo arrivati prima.

Leggenda vuole che il cuoco di Ludovico il Moro (siamo a Milano attorno al 1495) avesse bruciato il dolce per il banchetto ducale della Vigilia. A salvare la situazione fu un servo, Toni, che decise di preparare ai commensali della corte il panetto di lievito che si era preparato per il suo Natale, aggiungendo quello che c’era sotto mano, farina, zucchero, uova, uvetta e canditi. Il dolce piacque talmente tanto a Ludovico il Moro che decise di chiamarlo “Pan de Toni” in onore del suo inventore.

Team Pandoro: gli ultimi saranno i primi.

Il papà del pandoro ha un nome e un cognome, Domenico Melegatti. Siamo a Verona nel 1884, quando il celebre pasticcere ne brevettò la ricetta, ispirandosi ad un’antica tradizione veronese: le donne della città per Natale si ritrovavano nelle cucine delle corti per preparare il “levà”, un impasto realizzato con farina, latte e lievito. Melegatti vi aggiunse due ingredienti extra, burro (tanto burro) e uova, dando vita al pandoro. Questa tuttavia non è l’unica versione della storia: secondo alcuni le origini risalgono al “Nadalin”, un dolce a otto punte, sempre veronese, diffuso già nel 1200; altri ricordano che già Plino il Vecchio (primo secolo d.C.) ha descritto un dolce simile.

 

Team Panettone: se non è sfarzoso che Natale è.

Come un panettone: uvetta, canditi, ma anche creme cremine scorze d’arancia e chi più ne ha più ne metta. C’è persino il panettone al Tiramisù. Il Natale deve essere classico, addirittura un po’ kitch: rosso e oro a volontà e tante, tante lucine, perché in fondo siamo tutti bambini a Natale, e lo scintillio ci scalda il cuore, persino in quest’anno impossibile. Già dovremmo rinunciare alla tombola di gruppo, ma all’albero stracarico di addobbi, proprio no.

 

Team Pandoro: la gioia nella semplicità.

Una forma inconfondibile e una spolverata di zucchero a velo; non serve altro. Il Natale del Team Pandoro è così, più raffinato, con l’albero monocromatico e le lucine disposte in modo rigorosamente simmetrico (banditi gli addobbi sugli alberi veri in giardino, hanno delle forme così poco “alberose”). Ma è anche un Natale più semplice, come una ricetta con pochi ingredienti che non cambiano mai. Basterebbe che fuori scendesse la neve, così sarebbe un Natale perfetto.

 

Team Panettone: quasi filiforme

 

La tipica forma del panettone alto così come lo conosciamo si deve ad Angelo Motta, che negli anni ’20 ebbe l’idea di fasciare il panettone con della carta paglia affinché avesse una forma più slanciata e presentabile alla comunità russa di Milano a cui doveva essere servito. Ecco, il termine “slanciato” per un panettone non ci sarebbe mai venuto in mente.

Team Pandoro: un nome che parla da solo

Non solo per l’origine, ma anche per il nome ci sono due versioni plausibili differenti. Secondo una versione, alcuni nobili veneziani trovavano il dolce troppo “discreto” così, per ostentare la loro ricchezza, lo impreziosivano con vere e proprie foglie dorate. La più accreditata però è la versione secondo sui il garzone di una pasticceria, vedendo questo dolce per la prima volta, avrebbe urlato “un pane d’oro!”.