Aprile 2022: è “fishes invasion” anche in casa Clipper, che proprio in questi giorni lancia l’omonima collezione frutto della partnership con lo street artist romano Merio, meglio noto come Merioone, autore dei celeberrimi pesci colorati che hanno invaso i muri di mezzo mondo.
Un progetto nato quasi per gioco quello di Merio, 26 anni, che da bambino amava disegnare e oggi, dopo aver frequentato Grafica allo IED di Roma, ha fatto del disegno la sua ragione di vita. Parlare con lui è come ascoltare il suono trascinante di un fiume in piena e, mentre si racconta, ci sembra quasi di seguirlo tra le strade della capitale e i grattacieli di New York, dove ha fatto la sua gavetta e dove l’ispirazione l’ha colto all’improvviso regalandogli l’intuizione folgorante di quei pesci sbarazzini che all’epoca furono “amore a prima vista” e ora sono il suo marchio di fabbrica.

Non immaginava, Merio, mentre faceva le sue prime esperienze di street art nella Grande Mela, che dietro un’immagine tanto semplice, si celasse un mondo così complesso, né che l’idea bizzarra di trasformare i suoi animaletti in adesivi e di attaccarli in giro per le città potesse arrivare al cuore di tante persone. Eppure, dopo i primi riscontri positivi, dopo la sorpresa dei primi video e delle prime immagini ricevute da chi ammirava e apprezzava la sua opera, ha iniziato a crederci sul serio in quel progetto deliziosamente folle, fino a porsi l’obiettivo che tuttora porta avanti a testa alta e a pennello alzato: “invadere” almeno 100 città sparse tra i cinque continenti. Non si è dato un tempo per farcela, per mantenere la sua promessa con sé stesso, ma sono passati ormai sei anni dall’inizio della scommessa e oggi, nonostante il Covid e nonostante tutto, di città Merio ne ha già “colonizzate” 70, ognuna delle quali gli ha lasciato qualcosa da portarsi dietro e soprattutto qualcosa da portarsi dentro. «Mi piace viaggiare da solo – ammette – raccogliere emozioni e sensazioni. Ogni posto in cui vado emette una vibrazione diversa e mi regala una suggestione particolare», da Rio con i suoi cromatismi esagerati e la sua allegria travolgente, a Pechino così rigida e insolita. Tokyo e la cultura giapponese sono un costante punto di riferimento, mentre Madrid ha influito in modo determinante sul suo metodo e sul suo approccio lavorativo. «Gli spagnoli – spiega – hanno la tendenza a non attaccare mai niente al di sotto dei quattro metri. Ho fatto tesoro di questa lezione e oggi vado in giro con un’asta di sette metri per posizionare i miei pesci più in alto che posso».

Merioone però non è solo questo, è anche un artista dal cuore d’oro che ai complottismi e alle facili ideologie preferisce rispondere con un messaggio che in realtà è un fortissimo “non-messaggio”, forse l’unica vera forma di rivoluzione che ci è rimasta: i suoi pesci non hanno niente di politico, non nascondono dietrologie, né inneggiano alla dissidenza; al contrario, rappresentano la pura positività e la bellezza dell’arte di strada, briosa, immediata e accattivante, e racchiudono l’invito a “non dormire” perché chi dorme, si sa, non piglia pesci. «Non amo i simbolismi, ma mi piace il martellamento visivo e l’effetto che ha questo logo sulle persone, rendermi conto che il pesce può diventare qualsiasi cosa a seconda della sensibilità di chi lo sta guardando. L’unico messaggio che mi sento di trasmettere è un incitamento a non dormire perché nella vita nessuno ti regala niente e se vuoi una cosa devi attivarti per ottenerla» – puntualizza.
Merioone è un self-made man, che si è fatto da solo e continua a farsi, privilegiando una sana e capillare presenza sui social alle facili lusinghe di sponsor patinati e altisonanti: è attivissimo su Instagram dove il suo profilo conta almeno 15mila follower e dove condivide le sue stories e le sue esperienze. Ogni tanto affitta qualche spazio pop-up per eventi a tema, lanciando prodotti targati “fishes invasion” che in 48 ore vanno sold out diventando dei veri e propri cult (ultimi in ordine di tempo i cereali firmati dal pesce…) e richiamano l’attenzione non soltanto di giovani e giovanissimi, ma anche di tante famiglie e bambini, incuriositi da quei pesci così buffi che appaiono all’improvviso dove meno te lo aspetti.
Ormai conosciutissimo e richiestissimo, Merioone ha già inanellato numerose collaborazioni illustri. Quella di cui va più fiero, però, è il sodalizio con Unicef e Clementoni che prosegue da un anno e che ha portato alla realizzazione di un libro illustrato da colorare che Merioone stesso ha distribuito ai bambini in ospedale nel periodo natalizio. E poi, naturalmente, c’è Clipper che non poteva non “abboccare all’amo” di un personaggio tanto istrionico: la collezione “Fishes Invasion” si compone di 16 grafiche tutte da scoprire, con il pesce che a poco a poco si modifica trasformandosi ora in un diavolo, ora in un fantasma birichino, ora nel cattivissimo e verdissimo Grinch, ora nell’icona dei cartoons Doraemon.
«Per uno dei miei tanti pop-up avevo realizzato dei Clipper “fatti in casa”. Mai avrei pensato, però, che da quell’iniziativa potesse nascere una collaborazione vera e propria con il brand – racconta infine – Invece, tramite una conoscenza comune, sono entrato in contatto con lo staff che si è mostrato subito entusiasta nei confronti del mio progetto. Io, dal canto mio, ho avuto modo di toccare con mano l’universo che sta dietro Clipper, un universo fatto di collezionisti impazziti e grafiche meravigliose. Ora anche io ne faccio parte e ne sono veramente orgoglioso. La realizzazione della collezione ha richiesto molto tempo, ma ne è valsa la pena, sono davvero soddisfatto. Anche perché Clipper non è solo cultura di massa. È un vero e proprio oggetto di culto».
Per l’occasione Merio inaugurerà uno store dedicato ai “suoi” Clipper questo weekend, a Roma, in Via del Teatro Pace 3 dietro al Chiostro del Bramante